Spesso, la mia mente non va oltre una divisione netta del mondo: bianco o nero, giusto o sbagliato, realtà o immaginazione, razionalità o istinto.
Ci sono delle volte, tuttavia, in cui mi stupisco della mia capacità di fermarmi nelle sfumature dei colori, nelle pieghe della  morale, cercando e creando compromessi e alternative, giochi di idee e combinazioni di parole che nascono da miscele di sentimenti che ritenevo impensabili .
E ho capito che la bellezza della vita è proprio nel soffermarsi tra una lettera ed un’altra delle parole, nel punto esatto in cui il tratto di penna sfiora il foglio incerto e distorce le lettere, lasciando soltanto un debole tracciato della sua presenza, in quel legame appena accennato tra una vocale e una consonante e un’altra vocale ancora, in quello spazio in cui la parola non si è ancora formata. In quel principio, in quella radice, se ci pensi, ci sono tutte le infinite possibilità del mondo e le sfumature delle quali puoi  vivere, da quel “bianc” che può diventare “biancastro”, “bianchiccio”, o “bianco”, da quel “ner” che può evolvere nella luce di un “astro”, combinandosi in “nerastro”, indefinito buio che contiene in sé un principio di luce.
E’ come una ragnatela la vita, un intreccio di possibilità inesplose e inesplorate, delle quali speri si avveri una o temi un’altra.
Puoi rimanerne invischiato, per anni non riuscire a districarti, o restare fermo apposta per sognarle tutte.

Carla Pavone