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Facebook, un social network che conta più di 500 
milioni di iscritti, nato per condividere informazioni scolastiche, è evidente sia diventata una vetrina malsana per megalomani e narcisisti, ma spesso semplicemente per personalità inclini all' infantilismo, i cosiddetti istrionici. Donne che si espongono seminude e dimenticano di staccare il cartellino con la scritta saldi dal sedere (le stesse lamentano continue avances  più o meno spinte e scherniscono il povero cristo di turno, il tutto rigorosamente in pubblico, ma lui non lo sa, è troppo cretino). Ben venga la necessità, il bisogno, l'urgenza di divulgare le proprie idee, ma perché uccidere la grammatica? Perché non sforzarsi di crescere ad ogni livello? Perché insultare ora l'uno ora l'altro? Perché mettere in piazza emozioni molto intime? E' vero anche che ognuno usa questa macchina infernale come meglio crede (sembra si chiami democrazia), ma perché non tener conto del numero di vittime ormai ideologiche, quali appunto la lingua, il rispetto, la discrezione, la dignità? I giovani non cadono ancora in questa rete, ma cresceranno a immagine e somiglianza del nuovo e rivoluzionario sistema comunicativo?
Le risposte sarebbero naturalmente soggettive, ma temo che ognuno tenderebbe a scagionarsi. E' ancora molto lontana una vera e propria presa di coscienza.
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Ah, dimenticavo: l'opinione pubblica vuole io appartenga alla categoria degli snob. E così sia.